Capital of one of the crypt’s columns Capital of one of the crypt columns captured by Roberto Marta (former ARC participant).

Chi non conosce questo edificio religioso potrebbe rimanere perplesso dal suo nome, Chiesa di Sant'Angelo in Pescheria. In pescheria? Un mercato del pesce? La storia di come questa chiesa abbia preso il suo nome è, come potete immaginare, piuttosto strana. Si trova vicino ai resti del Portico di Ottavia, che l’imperatore Augusto dedicò anticamente alla sorella, ma che nel Medioevo divenne un mercato del pesce (pescheria) e rimase tale fino al XIX secolo. La chiesa, che si trova dietro il portico trasformato in pescheria, ha subito molti cambiamenti nel corso dei secoli: dopo essere stata consacrata da Stefano III nel 755 d.C., fu ampliata nel Medioevo e completamente rinnovata dal cardinale Peretti nel 1611. Dal XVIII secolo sono stati effettuati restauri periodici. 

L'ICCROM ha avuto il privilegio di visitare la Chiesa di Sant'Angelo in Pescheria e di imparare da essa. Nel 1977, i partecipanti al Corso Internazionale di Conservazione Architettonica (ARC) dell'ICCROM hanno svolto un lavoro sul campo nella chiesa come parte dei loro progetti di ricerca sugli edifici storici di Roma. Hanno intrapreso ricerche archeologiche e storiche, studi sull'umidità, disegni con misurazioni della chiesa ed elaborato proposte di intervento. Il corso è stato coordinato da Roberto Marta (ex partecipante al corso ICCROM), che ha scattato questa foto del capitello di una delle colonne della cripta. 

Tra la documentazione prodotta dai partecipanti al corso ARC, gli archivi dell'ICCROM contengono molte relazioni, disegni architettonici e fotografie della struttura dell'edificio, compresa la cripta voltata sotto l'abside sinistra. La cripta risale a un periodo compreso tra l'VIII e il XIV secolo e le sue fondamenta sono costituite da blocchi di tufo. I resti archeologici romani (ad esempio i capitelli delle colonne, come si vede nella foto) sono stati riutilizzati per la costruzione della cripta. Nella cripta sono stati rinvenuti anche resti di pitture murali, le cui immagini sono disponibili nell'Archivio ICCROM. 

Se siete interessati a consultare questi materiali, non esitate a contattare l'Archivio ICCROM all'indirizzo archive@iccrom.org