F-Parrulli

Si è tenuta a Roma, dal 3 al 5 ottobre, la seconda riunione del gruppo G7 Roma-Lione. Questo gruppo di lavoro, creato sotto la Presidenza italiana del G8 del 2001, è gestito dalle autorità di contrasto e si dedica alla formulazione di strategie contro il terrorismo e alla lotta contro i crimini transnazionali.

Il brigadiere generale Fabrizio Parrulli, Comandante del Comando carabinieri per la tutela del patrimonio culturale, ha avviato i lavori.

L’ICCROM ha partecipato alla riunione del gruppo di esperti del primo giorno dal tema: “Patrimonio culturale, specchio d’identità” incentrato sulla catalogazione, la raccolta e condivisione di dati per la tutela del patrimonio culturale e del mercato dell’arte.

I delegati dei paesi del G7 e gli esperti delle organizzazioni internazionali che hanno partecipato all’incontro hanno sollecitato la massima collaborazione per porre fine al traffico illecito di antichità provenienti dalla Siria, dall’Iraq e oltre.

In occasione di questa riunione, il Direttore Generale dell’ICCROM, il dott. Stefano De Caro, ha affermato: “Questo importante evento ribadisce l’impegno delle nazioni del G7 nella tutela e nel restauro del patrimonio culturale minacciato dai conflitti e dai disastri naturali. L’ICCROM accoglie con favore e sostiene tutti gli sforzi di collaborazione internazionale a favore della protezione del patrimonio culturale e di coloro che ne sono responsabili”.

Quanto vale il mercato nero?
Il traffico illecito nel mondo dell’arte ha un valore di 8 miliardi di dollari all’anno, con delle entrate annue per il traffico dei beni culturali che oscillano tra 1,8 e 1,6 miliardi di dollari, ha spiegato Edouard Planche, delegato dell’UNESCO , facendo riferimento alle stime della relazione Transnational Crime and the Developing World (Crimine transnazionale e mondo in via di sviluppo) 2017 di Global Financial Integrity. Un sondaggio condotto da SAFE indica che su 2.358 archeologi intervistati, il 97,9% sostiene che il saccheggio dei siti archeologici è un fenomeno reale e il 78,5% di questi lo ha sperimentato personalmente.

I Carabinieri, la polizia straniera, l’EUROPOL e l’INTERPOL sono concordi nel considerare il traffico illecito delle opere d’arte un crimine organizzato, nell’accezione adottata dalla Convenzione di Palermo. I risultati dell’indagine dei Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale mostrano che più della metà degli Stati del G7 considera il traffico illecito di beni culturali come un reato grave, mentre il 10% preferisce valutare la natura del reato caso per caso.

Rotte del traffico
La convergenza delle rotte del traffico illecito di beni culturali provenienti dalla Siria e dall’Iraq verso l’America settentrionale, il Sud-est asiatico e l’Europa mostra che i paesi del G7 sono perlopiù “paesi del mercato” dei beni illegali. In questi Stati, l’attività necessaria per monitorare i canali o i luoghi in cui gli scambi illegali avvengono più frequentemente, come i negozi di antiquariato o le gallerie, è generalmente assente. Alla luce dei dati che indicano che il 33% dei paesi del G7 dispone delle prove che il finanziamento effettivo dello Stato islamico deriva dal mercato nero delle opere d’arte, il brigadiere generale Parrulli ha ritenuto opportuno aumentare i controlli dell’intelligence, le indagini e la cooperazione tra gli Stati per la condivisione dei dati e per creare una sinergia tra i governi e il settore privato.

Il vicepresidente dell’ICOM Alberto Garlandini si è concentrato sul ruolo cruciale che i musei pubblici e privati possono e devono svolgere nella lotta contro il traffico illecito delle opere d’arte. L’ICOM Code of Ethics for Museums (Codice etico dell’ICOM per i musei) invita i musei affiliati a dar prova della massima diligenza in caso di acquisto, prestito, donazione o eredità testamentaria di una qualsiasi nuova opera d’arte, prestando la debita attenzione a non acquistare oggetti inclusi nella Red List dell’ICOM. Per i musei nelle aree di crisi, è sempre più indispensabile catalogare rapidamente i manufatti appartenenti alle collezioni, attraverso lo standard internazionale dell’ObjectID e l’attivazione del Museum Emergency Program (MEP) (programma di emergenza museale), attuato in collaborazione con l’ICCROM e il Comitato Internazionale dello Scudo Blu.

“Senza il fondamentale lavoro della Squadra”, ha dichiarato Marina Schneider, giurista principale di UNIDROIT, “non avremmo oggi le risoluzioni del Consiglio di sicurezza e in particolare la risoluzione 2199 del 2015 (sul tema del finanziamento alle attività e all’esistenza stessa dei gruppi terroristici) e la 2347 del 2017 (che si propone di contrastare il commercio illegale dei beni culturali in relazione alle situazioni di conflitto armato o agli atti commessi da gruppi terroristici), senza dimenticare la Convenzione del Consiglio d’Europa, l’Europa sui reati legati alla proprietà culturale, o la proposta della Commissione europea di disciplinare l’importazione clandestina delle opere d’arte”.

L’ingente volume del commercio clandestino di beni culturali, la degenerazione del mercato dell’arte e la fonte di finanziamento delle organizzazioni terroristiche, di cui si è già discusso in occasione dell’incontro del G7 sulla Cultura e, più di recente, il 20 e il 21 settembre all’Assemblea generale delle Nazioni Unite di New York, richiedono una riflessione su quanto è stato fatto e quanto può ancora essere fatto. L’approccio tecnico con cui è stato affrontato il tema e la prospettiva immediata di piani futuri confermano la funzione essenziale del Gruppo Roma-Lione. Questi piani includono un aggiornamento costante del coordinamento tra le nazioni del G7, prevedendo la formulazione di progetti condivisi e rispondendo alle minacce crescenti di un mondo sempre più globalizzato.

“Proteggiamo la nostra storia – Compriamo oggetti con una storia!” è l’appello lanciato dal brigadiere generale Parrulli al termine dell’incontro.