Ceiling of Temple of Bel

La 30ª Assemblea generale dell'ICCROM sarà l'occasione di una discussione tematica sulla ricostruzione delle città storiche distrutte o danneggiate dal titolo "Ricostruzione post-conflitto – Recupero e coinvolgimento delle comunità", basata sul convegno tenutosi al Louvre-Lens nel gennaio 2017.

Per sostenere e rafforzare i dibattiti, si terranno due mostre collaterali, presso i locali della FAO e l'Accademia d'Egitto.

La mostra dal titolo Palmira: Rinascere dalla distruzione, presenta un elemento archeologico ricostruito con oggetti del patrimonio relativi a questo sito. La mostra è sponsorizzata dall'associazione Incontro di Civiltà diretta da Francesco Rutelli, ex Ministro italiano della cultura, anche grazie al fondamentale contributo della Fondazione Terzo Pilastro. che ha anche portato avanti la ricostruzione del soffitto del Tempio di Bel, riportato a nuova vita grazie alle tecnologie più recenti.

Soffitto del Tempio di Bel, Palmira

Ceiling temple of Bel

Il monumentale tempio dedicato a Bel, la principale divinità di Palmira, fu costruito all'interno di un grande recinto quadrato, con lati lunghi quasi 200 m. Fu dedicato il 6 Nisan (aprile) 32 d.C., data probabilmente scelta per commemorare la vittoria del dio babilonese Marduk su Tiamat, l'incarnazione del caos.

Il tempio fu in seguito trasformato in chiesa e dall'ottavo secolo in una moschea. L'imponente edificio, che misura 39,45 x 13,86 m, è caratterizzato da due cellas (stanze interne), più alte del pavimento, chiamate rispettivamente adyton sud e adyton nord. Entrambe presentavano un soffitto monolitico scolpito. L'adyton sud era decorato con motivi floreali e geometrici attorno a una grande rosetta centrale, mentre l'adyton nord, la cui parziale ricostruzione è qui presentata, aveva un disegno più complesso.

Nel cerchio centrale del monolite è raffigurato il dio Bel, signore dei cieli che governa il movimento delle stelle. È attorniato da sei busti, personificazioni dei sei pianeti conosciuti all'epoca: Saturno, Giove, Marte, Venere, Mercurio e la Luna, e da una striscia che rappresenta i dodici segni dello zodiaco.

Il Tempio di Bel rappresenta un esempio ideale della raffinatezza della lavorazione tipica della città e della capacità di far propri elementi appartenenti a culture diverse. Sebbene gli artigiani fossero principalmente locali, lavoravano anche artigiani greci. Il soffitto dell'adyton nord è una meravigliosa sintesi della conoscenza cosmologica e delle abilità artistiche degli abitanti di Palmira.

Nell'estate del 2015, il Tempio di Bel e i due soffitti monolitici delle cellas sono stati distrutti dai militanti del sedicente Stato islamico durante l'occupazione del sito, usando esplosivi che erano stati posizionati all'interno dell'edificio principale.

Processo di ricostruzione

Ceiling Reconstruction

La ricostruzione è stata realizzata dalla TryeCo 2.0 S.r.l. La metodologia impiegata ha fatto appello a una serie di procedure, analisi, modellizzazione e costruzione, per giungere a creare una copia coerente.

La prima fase ha implicato una comprensione dell'opera tramite la ricerca e l'analisi dei documenti storici disponibili. I dati derivati sono stati utilizzati per creare un modello CAD digitale. Per salvaguardare le proporzioni, è stata seguita una sequenza logica di raccolta dei dati per giungere a una rappresentazione fedele, dai motivi architettonici a quelli decorativi, dalle caratteristiche più generali agli ornamenti più dettagliati.

Il modello virtuale che ne risulta raffigura come sarebbe stato il soffitto subito dopo il completamento da parte degli scultori nell'antichità, senza l'usura e il danneggiamento del tempo. L'unica eccezione è rappresentata dalle figure all'interno della cupola circolare, che erano troppo deteriorate per essere ricostruite fedelmente.

I dati del modello digitale sono stati quindi utilizzati per creare i componenti mediante macchine a controllo numerico (CNC). La forma architettonica di base è stata realizzata usando una macchina da taglio a filo caldo, che modella automaticamente i componenti esportati dai disegni CAD. Partendo da un grande blocco di polistirolo, i diversi elementi sono stati poi tagliati usando un sistema di carrucole e meccanismi che permettevano al filo metallico caldo di attraversare il polistirolo.

Questo sistema è stato utilizzato per creare 140 diversi elementi, il più piccolo con lati di 10 cm e il più grande 1,4 m. La sezione della cupola, ricca di elementi scultorei, è stata realizzata in cinque parti ed è stata fresata impiegando un braccio robotico antropomorfo a sei assi. Per semplificare la produzione, gli elementi decorativi del soffitto sono stati creati separatamente, usando una tecnica chiamata "prototipazione rapida", e applicati in seguito a una base scolpita.

Sono state usate due diverse tecniche di stampa in 3D. Gli elementi complessi e riccamente decorati sono stati realizzati utilizzando una stampante 3D professionale a polvere di gesso, mentre elementi più semplici sono stati realizzati con una stampante FDM termoplastica. Tutti i componenti stampati sono stati riuniti con resine epossidiche e l'intera opera è stata ricoperta da un sottile strato di gesso sintetico, arricchito con ossidi e polvere di arenaria per ottenere l'aspetto della pietra originale. La ricostruzione è stata poi antichizzata manualmente e rivestita con uno strato protettivo di acrilico trasparente opaco.

Questa ricostruzione misura 451,5 x 141,5 cm e pesa circa 190 kg.

L'associazione Incontro di Civiltà sta inoltre sponsorizzando una mostra della ricostruzione del Toro alato di Nimrud presso la sede dell'UNESCO a Parigi, in Francia, fino a novembre 2017.

Il Comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale contribuisce inoltre alla mostra con l'esibizione di un busto funebre trafficato illegalmente dal sito di Palmira.

 

Palmyra Relief

Il rilievo di Palmira qui esposto rappresenta l'instancabile lavoro del Comando dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale per fermare il traffico illecito di antichità in tutto il mondo.

Realizzato in pietra calcarea, questo rilievo è una piastra figurativa utilizzata per sigillare le nicchie nelle grandi tombe a camera. Altre opere simili si possono trovare nelle più ricche tombe della cosiddetta "Valle delle Tombe" a Palmira. Il rilievo mostra tre figure: un giovane che indossa un mantello, forse il fondatore della famiglia, con i suoi due figli. Queste figure scultoree sono raffigurate in vista frontale, espressioni solenni e mani appoggiate sul panneggio del mantello.

Scavato illegalmente da Palmira, l'oggetto fu esportato clandestinamente dalla Siria nei primi anni 2000. I Carabinieri hanno sequestrato la scultura nel 2011 dalla casa di un collezionista privato ad Asti, una città a nord-ovest dell'Italia. Il rilievo sarà restituito alla Siria non appena le condizioni generali di sicurezza in Siria lo consentiranno.

Oggi assistiamo ad attacchi senza precedenti al patrimonio culturale da parte di gruppi terroristici nelle situazioni di conflitto, attacchi che hanno un impatto drammatico sull'identità nazionale e sulla coesione sociale, ostacolando la costruzione della pace e la ripresa postbellica. Gli attacchi minano valori quali la tolleranza, il rispetto e l'inclusività, cercando al contempo di dividere e intimidire le società. Il saccheggio e il traffico di beni culturali causano danni irreparabili al patrimonio culturale dell'umanità e corrompono l'integrità archeologica dei siti.

Nel 2016, l'Italia e l'UNESCO hanno istituito la prima task force nazionale per proteggere antichi manufatti culturali dagli estremisti nelle aree di crisi. La task force italiana Unite4Heritage è composta da 30 unità del Comando dei Carabinieri specializzate nella protezione dei beni culturali e 30 esperti del Ministero della Cultura.

La mostra fotografica presso l'Accademia d'Egitto, "Il giorno dopo: Ombre del patrimonio" riunisce foto del prima e del dopo di siti del patrimonio di quattro paesi per testimoniare l'entità della devastazione.

 

IL GIORNO DOPO: OMBRE DEL PATRIMONIO

"Il giorno dopo: Ombre del patrimonio" è una mostra fotografica che raffigura la distruzione di edifici storici di rilievo, strutture e città che erano considerati gioielli del patrimonio e che sono ora abbandonati e in rovina. Sebbene l'integrità di questi luoghi sia stata colpita, con le macerie sul terreno che gettano un'ombra su quella che un tempo era una struttura del patrimonio, l'aura di questi edifici e siti persiste e ricorda l'autenticità dei suoi resti originali.

Questa mostra si concentra su quattro paesi arabi – Siria, Iraq, Libia e Yemen – che hanno recentemente vissuto conflitti armati e guerre e presenta siti selezionati prima e dopo il conflitto illustrando l'entità del danno.

Questa mostra fotografica offre un momento di riflessione alla comunità internazionale dei professionisti del patrimonio riuniti nella 30ª Assemblea Generale dell'ICCROM, portando in primo piano le condizioni delle città e degli edifici nei contesti post-conflitto. E, cosa ancora più importante, richiama l'attenzione su come la cooperazione internazionale possa essere più efficace in una fase di ripresa, argomento questo della sessione tematica.

La rete ICCROM-ATHAR di professionisti, esperti e partecipanti ai corsi, nonché delle istituzioni partner attivamente impegnate nei rispettivi paesi, ha contribuito con le immagini esposte in questa mostra.

La mostra si terrà fino alla fine di gennaio 2018, presso l'Accademia d'Egitto a Roma.

L'ICCROM ringrazia tutti i nostri generosi sponsor e partner per i casi studio che contribuiscono alla discussione tematica.