città nel nord-est del Sudan, è un luogo di straordinaria importanza storica e un porto nevralgico sul Mar Rosso fin dai tempi dell’Antico Egitto.  Situata lungo le vie del pellegrinaggio di musulmani e cristiani, costituiva il punto di trasbordo per l’Hajj, il pellegrinaggio islamico alla Mecca, e collegava anche l’Africa a Gerusalemme per le comunità cristiane che desideravano visitare il Santo Sepolcro.

L’ICCROM-ATHAR, rispondendo ad una richiesta del Governo del Sudan e grazie all’aiuto di Sua Altezza Dott. Sultan bin Mohammed Al Qasimi, Membro del Consiglio Supremo e Governatore di Sharjah (EAU), si è posto a capo di un piano volto alla riqualificazione e alla conservazione della città. “Abbiamo avviato il piano con una visita di quattro giorni”, ha dichiarato Zaki Aslan, Direttore del Centro regionale di conservazione ICCROM-ATHAR, “dove abbiamo incontrato le autorità locali e diversi stakeholder. Abbiamo valutato la situazione con molti esperti, e sviluppato un piano d’azione per attirare donatori e partner.”

Il porto dell’isola di Suakin ha ricoperto un’importanza strategica per imperi potenti. È stato crocevia di culture diverse, punto di contatto fra Africa, Medio Oriente ed Europa, con visitatori venuti da destinazioni lontane come l’Asia. Questa commistione di culture, da quella veneta a quella ottomana, è palese nella varietà architettonica della città, nota oggi come architettura del Mar Rosso. L’antica città vede la compresenza di moschee e chiese. Gli edifici erano fatto di splendidi blocchi di corallo, e i muri decorati da raffinati rivestimenti in legno e pietra. Ricerche archeologiche sottomarine porterebbero sicuramente alla luce relitti di navi, a riprova dell’attività millenaria del porto e delle culture diverse che lo hanno attraversato.

Nel corso del XIX secolo Suakin è di nuovo cambiata, ed è diventata un centro della tratta degli schiavi dell’Africa orientale. Con il declino della tratta, il porto ha perso importanza e il commercio si è spostato a circa 50 chilometri a nord, a Porto Sudan.

Oggi l’antica città di corallo è in rovina. È stata abbandonata negli ultimi anni e molti edifici sono a rischio di crollo. Ciononostante, la città è famosa in tutto il mondo ed è considerata un luogo molto importante per i sudanesi.

“Stiamo preparando un ambizioso progetto di sviluppo sostenibile per restaurare la città, rivolto innanzitutto ad aiutare la comunità locale che patisce povertà e disoccupazione”, spiega il Dott. Aslan.  “Gli abitanti saranno i primi a beneficiare del piano.  Quando il processo di ristrutturazione e conservazione sarà ultimato, Suakin potrebbe diventare una città di grande importanza per il turismo naturale e culturale.”

Di comune accordo con gli stakeholder, la missione di valutazione dell’ICCROM ha selezionato gli edifici da restaurare e stabilito linee guida per le procedure di conservazione conformi alle normative internazionali. Ciò sosterrà la candidatura del sito per l’iscrizione alla lista del Patrimonio mondiale.

Il piano d’azione include i lavori di conservazione lungo la via del pellegrinaggio, che interesseranno anche la porta e le mura della città, l’edificio Al Hamiya, il Masjid Al Majidi, la scuola di Stato e il santuario Sufi, oltre alla porta principale dell’isola e a molti dei suoi edifici. Alcuni edifici che hanno subito crolli saranno consolidati al fine di prevenire un’ulteriore degrado. La cooperazione con la Corporazione dei porti marittimi sudanesi garantirà la tutela dei dintorni del sito e della vita marina del luogo, tenendo conto dell’impatto delle sviluppo al porto. Inoltre, l’ICCROM–ATHAR contribuirà allo sviluppo delle competenze istituzionali nazionali attraverso i suoi programmi e corsi.

“Questo progetto rappresenta una fase importante nella promozione e nella rinascita del sito in linea con gli approcci di sviluppo sostenibile, e si pone come obiettivo ultimo quello di mostrare il potenziale del luogo affinché sia iscritto nella lista del Patrimonio mondiale”, conclude il Dott. Aslan.  “Il team di esperti è stato ben accolto dalla comunità locale e dagli organismi governativi sudanesi, che hanno unanimemente espresso il loro apprezzamento e sostegno per questa iniziativa.”

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