Fra maggio e giugno 2016, l’ICCROM ha partecipato a una serie di incontri e seminari sul patrimonio africano. Svoltisi in Tanzania e in Sud Africa, questi eventi hanno rappresentato per l’ICCROM un’occasione per riflettere sul suo pluriennale operato in Africa, consolidare i rapporti con la sua rete di professionisti africani, e rinnovare il suo impegno strategico nei confronti della regione, un impegno basato su iniziative di successo precedenti come i programmi PREMA e AFRICA 2009.

Ad Arusha, Tanzania, dal 31 maggio al 4 giugno 2016, l’Unità Africa del Centro del Patrimonio Mondiale UNESCO ha organizzato in collaborazione con il Governo della Tanzania un incontro dal titolo “Patrimonio Mondiale: motore dello sviluppo sostenibile” sulla conservazione e sullo sviluppo sostenibile del Patrimonio Mondiale in Africa. Il convegno è stato inaugurato il 31 maggio dall’On. Kassim Majaliwa Majaliwa, Primo Ministro della Repubblica Unita di Tanzania.

L’incontro ha riunito oltre 100 stakeholder in un’opera di sensibilizzazione e informazione sullo sviluppo sostenibile e sulla conservazione del patrimonio. I gruppi di lavoro hanno discusso circa lo sviluppo sociale ed economico inclusivo, la sostenibilità ambientale, e il ruolo che il patrimonio culturale può rivestire nel processo di sviluppo sostenibile.

Al centro del dibattito, la necessità di integrare in modo più efficace i sistemi di gestione tradizionali con la gestione globale dei siti del Patrimonio Mondiale, l’importanza di coinvolgere nel processo di sviluppo la popolazione autoctona e le comunità locali, e il ruolo che il patrimonio può svolgere nella prevenzione dei conflitti e nella ripresa post-bellica.

Approvata dal convegno, la Dichiarazione di Ngorongoro contiene raccomandazioni rivolte alla comunità internazionale, agli Stati parte africani, ai partner per lo sviluppo, al sistema del Patrimonio Mondiale, e ad altri stakeholder chiave, per sviluppare dispositivi che facciano del patrimonio un motore dello sviluppo sostenibile nella regione.

L’ICCROM, come organo consultivo della Commissione per il Patrimonio Mondiale, ha fatto parte della task force che ha organizzato il convegno. Joseph King, Direttore dell’Unità Siti dell’ICCROM, è stato co-relatore dell’incontro insieme a Mine Pabari di IUCN. Terry Little, Consulente Senior del Direttore Generale, ha fornito una presentazione dal titolo L’ICCROM e il futuro del passato dell’Africa: una nuova strategia per l’Africa.

Il convegno di Arusha ha costituito per l’ICCROM un’occasione per ospitare un evento a cui sono intervenuti oltre 30 professionisti che hanno partecipato a precedenti programmi dell’ICCROM nella regione, fra cui PREMA e AFRICA 2009, e ad altri corsi e attività del Centro. Il 2016 coincide con i 30 anni dall’avvio del programma PREMA (Prevention in Museums in Africa), per cui l’ICCROM ha mobilitato fondi e assistenza tecnica per la conservazione e la fruizione del patrimonio materiale africano. Il programma ha trasformato lo scenario del patrimonio africano e creato una nuova generazione di professionisti museali africani. Il programma PREMA ha modificato l’approccio dell’ICCROM riguardo alla formazione e ha portato alla realizzazione di un programma analogo nel 1998, AFRICA 2009, mirato alla conservazione del patrimonio immateriale africano.

L’ICCROM ha partecipato ad altre dui importanti eventi agli inizi di maggio. Il seminario “Patrimonio Mondiale africano… Pensare al futuro”, con cui si sono celebrati i 10 anni del Fondo per il Patrimonio Mondiale africano (AWHF, African World Heritage Fund), si è tenuto il 3 e 4 maggio nel luogo di ritrovamento di fossili di ominidi noto come “Culla dell’umanità”, in Sudafrica, sito del Patrimonio Mondiale. L’evento ha riunito professionisti del patrimonio, ambasciatori, rappresentanti di comunità, studiosi e ministri dei beni culturali. Aperto dal discorso dell’On. Nathi Mthethwa, Ministro delle Arti e della Cultura del Sudafrica, il seminario ha fornito all’AWHF e ai suoi stakeholder l’opportunità di riflettere sui risultati conseguiti, nonché sulle sfide future e le strategie per affrontarle.

I partecipanti hanno discusso sul passato e sul futuro del Patrimonio Mondiale africano, ponendo in primo piano le possibili azioni per armonizzare conservazione e sviluppo, gestire gli effetti del cambiamento climatico e dei conflitti armati, potenziare il coinvolgimento della comunità e promuovere lo sviluppo delle capacità. Joseph King ha pronunciato uno dei discorsi chiave del seminario, Sviluppare le capacità: esperienze e prospettive in Africa. Il documento finale dell’incontro contiene una serie di raccomandazioni per guidare la comunità del patrimonio in Africa nei futuri sforzi di conservazione in questi settori chiave.

Fra le celebrazioni per i 10 anni dell’AWHC, il 5 maggio 2016, proclamata Giornata del Patrimonio Mondiale africano, l’AWHF ha tenuto una cena di gala per onorare i contributi di attori che hanno sostenuto lo sviluppo delle capacità nella regione. L’AWHF ha riconosciuto AFRICA 2009 come uno dei programmi più efficaci per lo sviluppo delle capacità nel continente, e ha conferito riconoscimenti a tre professionisti per l’importante ruolo che hanno svolto nel programma. Joseph King è stato insignito di un riconoscimento per il ruolo che ha svolto nell’avvio del programma in collaborazione con l’UNESCO e CRATerre-ENSAG, e per aver favorito il coinvolgimento e l’emancipazione di professionisti africani nella gestione del programma. Anche George Okello Abungu, il primo Presidente del Comitato direttivo, e Lazare Eloundou Assomo, Direttore dell’ufficio UNESCO di Bamako, Mali, hanno ricevuto riconoscimenti ed encomi dall’AWHF per il ruolo svolto nel programma AFRICA 2009.

Tre Stati parte - Kenya, Namibia e Costa d’Avorio - sono stati insigniti di riconoscimenti per aver promosso una maggiore rappresentanza dei siti africani nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Inoltre sono stati conferiti riconoscimenti ai membri fondatori del Consiglio dell’AWHF per il loro contributo nella creazione e nella gestione del Fondo.

L’ICCROM, con il sostegno dei suoi 135 Stati membri, sulla base delle precedenti esperienze intende collaborare con istituzioni e privati africani per creare un nuovo programma, innovativo e inclusivo, volto ad accrescere ulteriormente la capacità della comunità del patrimonio in Africa di proteggere e conservare in modo più efficace l’inestimabile patrimonio del continente. Nel processo verrà analizzato l’impatto delle esperienze precedenti e saranno esaminate le difficoltà, le sfide e le opportunità attuali, nonché le prospettive future. L’obiettivo è quello di assicurare che il nuovo programma affronti la conservazione del patrimonio nel più ampio spettro dei cambiamenti di natura economica, sociale, culturale e ambientale.

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